venerdì 15 aprile 2016

EMERGENZA TOPINI

Buongiorno a tutti!

Ci serve una grande mano e collaborazione per aiutarci a salvare dei topolini ...

Oltre a più di 100 topi maschi albini che sono attualmente ancora nello stabulario dell'università poichè abbiamo finito fisicamente il posto (con la speranza che non decidano da un momento all'altro di sopprimerli) e una cinquantina di femminucce (attualmente al rifugio) , abbiamo recuperato un gruppo misto (maschi e femmine mescolati) di topini striati bianco/arancio.

Non potevamo lasciarli abbandonare a loro stessi anche se  non sappiamo bene come li gestiremo; ci sono mamme evidentemente gravide, femmine giovani e adulte potenzialmente gravide, cucciolini su cucciolini da separare al momento giusto. Con l'aggravante che, mentre le femmine tra loro convivono pacificamente in gruppi medio/grandi ovviamente in spazi adeguati, i maschi invece vanno tenuti separati (un topino una gabbia) perchè c'è il fortissimo rischio si sbranino per il territorio.
Sono tutti meravigliosi e assolutamente amichevoli con le persone... Amano stare sulle mani.

Ma noi siamo sempre in tre, già allo stremo prima di questo ultimo arrivo.
 Una persona non si immagina quanto lavoro ci sia dietro.

Se avete intenzione di aprire la porta a uno o più piccoli malcapitati, per favore, contattateci.
Mettiamo in evidenza che ci servono in particolare adozioni (o anche stalli a medio/lungo termine) di maschietti.



venerdì 4 marzo 2016

AIUTATECI A SALVARE ANIMALI DA LABORATORIO



 (immagine presa dal web)

Attivo da gennaio 2016,  I-CARE NETWORK, il più importante e multidisciplinare coordinamento di associazioni del volontariato italiano, si ingrandisce e continua nella sua opera di salvare vite umane e non umane.
Sono al momento in corso le rigorose selezioni di nuovi gruppi e associazioni e ben presto daremo informazioni sulle realtà italiane che si uniranno al network.
Il presente comunicato nasce dall'urgenza di trovare aiuto e supporto per gestire un recupero di oltre 200 topi e una ventina di ratti da una importante Università italiana.
Con tale recupero, il numero complessivo di animali recuperati dai laboratori italiani supererà quota 18.000.
Questo ultimo salvataggio è gestito dal rifugio "Gli Ultimi" e si cercano adottanti per topi e ratti sia maschi sia femmine nel nord Italia.
La specifica nord Italia è relativa al fatto che questi animali sono troppo traumatizzati per un lungo trasporto.

Chi desidera aiutare offrendosi come adottante può contattare URGENTEMENTE il Rifugio 

Gli Ultimi all'indirizzo mail 
 
Per qualsiasi altra informazione è invece necessario rivolgersi alla  mail:

sabato 26 dicembre 2015

BUONE FESTE A UMANI E NON





(immagine presa dal web)



Buonasera a tutti!

Siamo arrivati alla fine anche quest'anno : facciamo due conti!

Il nostro rifugio ha accolto :
5 conigli, 82 ratti,5 cavie e 37 topine

Sono  stati adottati :
4 cavie, 9 topine, 4 conigli e 51 ratti.

Ringraziamo tutti coloro che ci aiutano ogni giorno rendendo possibile la gestione e il successo del progetto (nel 2015 solo di spese documentate è costato euro 2708,54).

Abbiamo sempre bisogno di materiale in buono stato, cibo per roditori, supporto tecnico e veterinario, staffette, adozioni (reali o a distanza) e donazioni (anche pochi euro a volte fanno la differenza).
Tutto questo per continuare a dare una casa agli animali salvati dai laboratori di vivisezione o abbandonati.

Buone feste a tutti (umani e non)

GLI ULTIMI
Il rifugio dei fuori casta

PUBBLICAZIONI DELLA NOSTRA ATTIVITA'

Qui parlano di noi  =^-^=




Terranuova - Ottobre 2015


 Intervista al rifugio (telecolor) 09 set 2014



 Intervista al rifugio - 28 gen 2014




giovedì 16 luglio 2015

ADOZIONI A DISTANZA

Ci sono alcuni ospiti al rifugio che per diversi problemi di salute o di età, non possono essere adottati. Ovvero: non possono essere spostati fisicamente in quanto creerebbe più danno che beneficio.

Per loro, abbiamo pensato alle adozioni a distanza. Se non hai tempo o spazio per inserire fisicamente nella tua vita un bel rattone, puoi farlo virtualmente. La spesa di "routine" per ogni singolo ratto si aggira sui 5 euro al mese; quindi è sostenibilissima da chiunqe voglia aiutare l'associazione I CARE.

Per ulteriori informazioni, contattateci privatamente.


OSPITI NON ADOTTABILI:



2 rattine che si sono ritrovate a dividere la stessa gabbia in tarda età. Oguna ha i suoi acciacchi ma a loro modo sono una famiglia.





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1 porcellino d india albino adulto che ha spesso vere e proprie crisi che lo portano in fin di vita così deve essere monitorato costantemente



lunedì 11 maggio 2015

IL RATTO: QUESTO SCONOSCIUTO





Queste poche righe non bastano di certo a descrivere questo straordinario animale, ma speriamo di dare qualche consiglio e indicazione di base per conoscere meglio i nostri nuovi compagni di vita.



ALIMENTAZIONE

Mangiano un pò di tutto. E' importante variare l'alimentazione e servire una razione di cibo secco (es pane, granaglie,ecc ) e una di fresco (frutta,verdura cruda e cotta,legumi ecc..).
Non deve mai mancare una ciotola di acqua fresca pulita o meglio ancora un beverino . Concludiamo il discorso cibo col fatto che questi animali sono sì onnivori (quindi hanno bisogno di una parte proteica (che può essere fornita dando ogni tanto legumi, crocchette veg per cani, ecc) e pertanto possono tranquillamente essere nutriti vegan (nessun prodotto di origine animale) ,rispettando così tutti gli esseri viventi.
Si consiglia di non somministrare loro alimenti molto conditi o peggio fritti, parti verdi di patate o pomodori, avocado e cioccolato o simili.




ALLOGGIO


 L'alloggio ideale è un gabbione erronamente venduto per conigli (per 3 ratti circa 75*50*50 cm con larghezza sbarre non cuperiore a 1,5 cm) o ancora meglio una voliera (più grande è meglio è) ...Adorano arrampicarsi sul verticale ! Come lettiera si può usare truciolo (non segatura) oppure pellettato (assorbe e dura di più ma ha il contro di essere pesante).
I ratti in via teoria potrebbero anche vivere liberi ( o all'interno di una intera stanza), ma occorre la massima attenzione ai pericoli (predatori, fili elettrici, alimenti dannosi) oltre che ai danni che potrebbero procurare (rosicchiare legno e tessili ad esempio).

I ratti, vivono in media 2- 3 anni, Necessitano assolutamente di casette in cartone o in legno (meglio il cartone perché monouso) in cui potersi ritirare: senza un rifugio vivono perennemente nello spavento !
Inoltre si possono acquistare tunnel (quelli in plastica dura per idraulica sono funzionali ed economici per esempio), amache (anche realizzate semplicemente con stracci di cotone), scalette, ecc. Consigliamo di non investire troppo denaro.. In quanto essendo roditori prima o poi le rosicchieranno. Ci sono soluzioni economiche che appagano meravigliosamente i nostri amici!

Altra cosa FONDAMENTALE : la temperatura. Questi animali devono stare all'incirca dai 18°c ai 25°c circa. Quindi vietato l'esterno se non per qualche ora del giorno. Attenzione anche alle correnti d'aria. Sono molto delicati.

 

CHI HA TROVATO CASA

Qui abbiamo raccolto le testimonianze e i racconti delle persone che hanno adottato degli animali dal rifugio, persone meravigliose che ci permettono di poter accogliere altri nuovi amici.

GIADA ( TRENTO)






Yuki è il mio primo coniglio, se coniglio si può definire. Con lui da subito ho avuto un rapporto speciale e in sintonia, ancora prima di incontrarlo sapevo che era speciale e che era stato lui a scegliere me! Per me è un fratello, un amico, un Maestro. Con i suoi occhioni rosati e profondi sembra scrutarti nel profondo, lasciando intravedere nei suoi quella saggezza che solo gli animali sanno avere. Fin dal primo giorno Yuki si è comportato come se avesse da sempre vissuto con me: non ha mai avuto timore degli altri animali a casa ( tre cani ed un gatto), né degli estranei, nemmeno i rumori improvvisi riescono a spaventarlo completamente. " Ma i conigli non erano spaventati da tutto e tutti?", pensavo.
Dentro il suo manto soffice e bianco c'è una sfumatura di caratteri che giorno dopo giorno ho iniziato a scoprire. Dietro quell'aria da coniglio pigro e disinteressato, si nasconde un carattere estremamente curioso, pronto a scattare non appena sente aprire il cassetto dove tengo i suoi "cioccolatini-premio" preferiti: i pellet di fieno. Basta soltanto aprire quel cassetto ed eccolo partire in quarta zigzagando per la casa e mettersi in punta di zampe per cercare di rubare il sacchetto con i denti.
È molto intelligente e sensibile agli stati d'animo delle persone in casa: capisce perfettamente cosa può e non può fare. Non ha mai fatto danni in casa: soltanto una volta l'ha fatto quando in casa si avvertiva aria di tensione e nervosismo. Oltre ad essere coccolone e tranquillo, in alcune situazioni ha mostrato un caratterino testardo e determinato ad ottenere ciò che vuole. Odia mangiare il fieno senza sentirselo sotto le zampe, ne è testimone la povera mangiatoia che i primi periodi veniva buttata qua e là per la stanza... Quando sente il profumo dei mandarini salta subito sul divano e fa di tutto per rubartene un pezzetto, se non ci riesce allora passa al piano B: strapazzare con i denti le maniche della mia maglia...
Il suo primo giorno di libertà dal suo recinto provvisorio è uno dei ricordi più carini: è stato buffo vederlo camminare come una goffa papera, muovendo le zampone posteriori una alla volta; in breve tempo ha capito come usarle correttamente (specialmente per salire sul divano!!!), ha impiegato molto tempo, invece, a capire la funzione della lettiera e ora si può considerare abbastanza bravo. È un perfetto compagno di dormite e di coccole, adora sonnecchiare sopra tutto ciò che trova morbido, poco gli importa se lo deve condividere con i cani o con il gatto, l'importante è che sia comodo e caldo.
Qualcuno lo vede come un semplice esperimento, qualcun'altro soltanto come cibo prelibato, altri ancora lo vedono come un semplice animale silenzioso e svogliato... Ma per chi sa guardare oltre le apparenze, aldilà delle orecchie e zampone sproporzionate, saprà trovare anche un grande cuore pieno di speranza e amore, quell'amore che proprio Yuki generosamente mi dona ogni giorno



ROBERTA (UDINE)





FEDERICA E PAOLO (ROMA)






Come cominciare. Come descrivere la nostra esperienza, la prima, nonostante una vita tra e per gli animali, con non uno ma cinque rattoni? No, non voglio parlare di noi, delle nostre emozioni. Chi vive con gli animali, percepisce ogni giorno sensazioni delicate e profonde, non ha bisogno di descrizioni da dizionario né di lezioni né di edulcorate semplificazioni romanzate.

In questo momento sto scrivendo al pc e ho tra i tasti una codona penzolante; poco accanto al mouse sento un crocchiare di noccioline americane (qualcuno lascerà i gusci delle arachidi in giro sulla scrivania. Qualcun altro si azzufferà da qui a breve). Sulla spalla sinistra ho un dormiglione baffuto quasi assopito. Ho dovuto distrarli con le noci, altrimenti avrebbero sgambettato sulla testiera coprendo il testo di virgole, punti e consonanti insensate. Ogni tanto li guardo con la coda dell’occhio; cercano di rubare una mela sul tavolo, una mela più grande di loro, trascinandola giù sulla sedia, senza esito. La morderanno direttamente lì, fino a lasciare solo il torsolo. Con l’ananas non ci provano neanche! Con le castagne hanno fatto una strage di gusci questo Natale. Di mandorle non ne parliamo!

Loro, i topastri (non credo gli piacerebbe essere definiti così), si chiamano Dean (si legge Din), Don, Dan, Tatou e Giuseppe. Cinque delinquentissimi roditori. Scalmanati, indisciplinati, divertenti e, a me piace pensarlo, sorridenti.

Giuseppe è il papà, il padre putativo probabilmente, il saggio, lo scaltro. Il grigio, il vecchione, ha circa un anno. Che poi non è più grigio perché a seguito di una breve muta del pelo ha un che di biondo platino. Da pantegana a Barbie. Bah! Giuseppe, Peppone, assaggia per primo i cibi nuovi, li passa ai figli saggiatane la bontà o li tiene per se stesso, se troppo buoni, ingrossando le sue dispense segrete dietro il divano o sotto i libri (dispense poco segrete in verità. Vengono sempre scoperte dai figli!). E’ il primo a uscire dalla gabbia la mattina e la sera. E’ goffo perché ciccione, ha le orecchie a sventola e gli occhi enormi a palla, neri, un po’ ravvicinati. E’ intelligentissimo.
I figli maggiori (di stazza) sono Don e Dean. Dean è cieco, color bianco latte. Forte, ha una massa muscolare da bodybuilder. Barcolla spesso, il nostro caro. Cammina tentoni, crediamo veda solo ombre. E’ prudente e tenero. Esce per ultimo e rientra per primo in gabbia. Dorme a ciambellina. Ha un orecchio mangiucchiato (sinonimo di zuffe?)
Don è un bullo. Ha una striscia grigia sul dorso. Sembra uno scoiattolo. Schiaffeggia per un nonnulla i fratelli (ma non il padre). E’ vorace (è un’idrovora, ha cercato di mangiare pure una spugna, ha aperto un barattolo di vetro, spinto giù dalla mensola un pacco di crostatine, poi chiaramente pappate), costruisce case di design; raccoglie carta, tessuti, noci e realizza abitazioni di qualsivoglia fattezza. A piramide, rotonde, mono o bilocali. Sta ore a progettare.
Dan è sensibile, bianco come Dean ma col musetto grigio. E’ tenero. Morbido. Vorrebbe stare sempre in braccio. Sbaciucchia i nostri cani, noi, i fratelli. Ci segue ovunque.
E poi c’è Tatou, il nanetto. Il gemello di Don ma in miniatura. E’ uno scricciolo, non cresce tanto. E’ leggerissimo, dolce e monello. E’ una scheggia, salta e gioca sempre. Ruba cioccolatini, spaghetti crudi (e cotti), si è infilato in un tubo di carta di Scottex senza riuscire a uscirne (ce ne siamo accorti perché notavamo un tubo indemoniato rotolare per la casa). Gli piace stare sulla testa mentre mangiamo. Tatou è la mascotte di casa. E’ indemoniato ma così piccolo da suscitare tenerezza in chiunque.

Corrono per casa (abbiamo coniato il termine Giuseppiadi per descrivere le loro competizioni di 50 cm di scatto o del circuito cucina), si arrampicano sui tubi dell’acqua calda scendendo poi a mo’ di vigili del fuoco sul tubo (o ineleganti ballerine di lapdance, se preferite), inseguono uno dei nostri cagnoloni (il lupetto) per le stanze, cercano di conquistare la vetta della sua testa o coda ogni sera. Mangiano incessantemente, entrano nel frigo, abbiamo trovato Tatou nel frullatore, saltano da terra alla piastra di cottura con zompi elastici come fossero di gomma. Fanno salti in lungo tra il tetto della loro gabbia al tavolo da pranzo (Giuseppe fallisce sempre, a metà volo casca a piombo sul pavimento).

Poi, si stancano, come cuccioli, e si addormentano sulle nostre gambe. Per svegliarsi dopo un’oretta e ricominciare.

Dean, Don, Dan, Tatou e Giuseppe sono non mangiatori di altri animali, come me, Paolo e tutti i componenti della nostra famiglia allargata (si dice vegan ma non mi piace questo termine). Si cibano di frutta (amano il melone, gliene tagliamo fettine tipo fetta di anguria in miniatura), la verdura a foglia verde, i cereali da colazione, adorano le nocciole, le patatine fritte (cerchiamo di dargliene poche), le crostate e i panettoni. Il radicchio, i pomodorini, i peperoni. Le patate al forno o bollite o in qualunque altra maniera. A volte ci tirano dietro i cibi che non amano (le zucchine e, qualche volta i fagiolini)! Oppure ci guardano esterrefatti su due zampe tipo ma che ci dai? Sei impazzita? Tira fuori le patatine! E poi, amano scricchiolare la pasta cruda, i ceci, il miglio.

Adoro le loro manine. Stringono il cibo come noi, tra le dita; si siedono e sgranocchiano. Fanno il bagnetto nella ciotolona dei cani, usano la lettiera! Sono intelligenti, pazienti e osservatori. Sono affettuosi. Simili ma diversi a cani e gatti di casa. Vogliono stare vicino a noi ma sono anche indipendenti. Desiderano il contatto fisico e studiano i nostri movimenti, le nostre abitudini. L’uno diverso dall’altro.

I ratti non piacciono. I nostri colleghi, i nostri amici, ci ascoltavano inorriditi all’inizio. Topi in casa? Oggi, ci chiedono foto e video dei cinque. Ci chiedono di venirci a trovare con i loro figli per conoscere Giuseppe il grigio. E’ una questione di approccio culturale (che parolone!), come per tante altre faccende. Di preconcetto. Ci si convince che i ratti siano sporchi ma in pochi hanno avuto il piacere di osservare un bagnetto-tipo di un topone. Si lavano con attenzione, si lisciano il pelo, si aiutano a vicenda a pulirsi. Sporchi, pensano i più! Che sciocchezze. Ma occorre mostrare, insegnare per sradicare una banale concezione.

Dean, Don, Dan Tatou e Giuseppe sono questo e tanto altro. Sono la pienezza dei nostri giorni, le risate più fragorose della serata. Sono buffi, irriverenti e gentili. Sono un dono. Un regalo del quale siamo grati di cuore a Gianluca e a chi, con lui, dedica tempo, energie e spende sacrificio per garantire una degna e giusta esistenza agli Ultimi.

Buona vita,

Federica



BEATRICE (PISA)


 






Ciao,

finalmente mi decido a mamdarti l'aggiornamento sulle nostre tre rattine adottate a gennaio. 
Le abbiamo chiamate Scamorza, Provola e Cincar - sono tutti nomi poco vegani (Cincar è un formaggio croato), ma il mio ragazzo che in italiano sa solo i nomi dei cibi non ha saputo resistere! 
Le abbiamo sistemate in una gabbia bella grossa, che all'inizio avevamo anche munito di rete in fil di ferro - precauzione non necessaria, dato che la distanza fra le sbarre non consente il passaggio se non ad animali molto molto piccoli.
Già dai primi giorni le ratte hanno preso confidenza con l'ambiente. Amano ri-arredare in continuazione la loro casa, dove mettiamo sempre qualche scatola di cartone; si fanno il nido sul ripiano più alto prendendo la paglia che riveste il pavimento, mentre usano la "zona pellet" prevalentemente per i bisogni. A dire il vero nel nido va a finire un po' di tutto: brandelli del telo col quale ricopriamo un angolo della gabbia, scorte di cibo, la carta che dovrebbe rivestire il fondo lettiera... Qualche giorno fa abbiamo comprato una casetta in legno e l'hanno gradita molto, sia come nascondiglio che da sgranocchiare.
Stiamo pian piano imparando i loro gusti: amano gli spinaci e non disdegnano il cavolo, per esempio, e vanno matte per il mio latte di soia e lo yogurt. Il mio ragazzo ha cominciato a dar loro un po' di lenticchie direttamente dal cucchiaino e loro sembrano gradire. Oltre al cibo fresco hanno sempre una scorta di mix semi e cereali apposta per ratti, e anche in quel caso stiamo notando una predilezione per certe marche. Adorano esplorare gli oggetti (di solito in cartone) che mettiamo nella gabbia, specialmente se nascondiamo sorpresine alimentari in qualche angolo...
Dormono sempre insieme, il che ci rassicura: ogni tanto notiamo segni di lotta, finora mai preoccupanti (pelo arruffato o morsetti senza perdite di sangue). Non si ostacolano l'un l'altra al momento dei pasti; in ogni caso le monitoriamo per evitare di dover riparare troppo tardi a eventuali episodi di aggressività. Se avete consigli in merito fateci sapere!
Non si fanno ancora maneggiare volentieri, ma non desideriamo forzarle in tal senso. Puliamo la gabbia senza disturbarle e senza essere disturbati. Quasi ogni sera apriamo lo sportello principale, il mio ragazzo o io ci sediamo davanti e proviamo a interagire con loro, senza fare la prima mossa. Da parecchio tempo si avvicinano a noi senza problemi, arrampicandosi anche sulle nostre ginocchia, ma continuano a mordicchiare ed evitare di farsi prendere, nonostante mostrino sempre meno resistenza alle carezze e a contatti veloci. Ci piacerebbe poter guadagnare un po' più di confidenza così da poterle far uscire dalla gabbia in futuro, sempre mettendo in sicurezza la stanza.
In ogni caso, di solito l'ora in cui rientriamo a casa dal lavoro coincide con l'ora del loro risveglio ed escono sempre dalla tana a salutarci (ed elemosinare cibo!). Il mio ragazzo passerebbe ore a guardarle giocare e rosicchiare.
Sono contenta, fra l'altro, che la loro presenza in casa contribuisca ad abbattere i pregiudizi che i nostri ospiti, amici e parenti hanno nei confronti dei ratti. Anche questo è un passo verso il riconoscimento dei diritti della specie e degli animali considerati altrimenti solo "da laboratorio".

Allego qualche foto, mi scuso per la scarsa risoluzione ma le ho scattate col telefono!

Saluti

Beatrice




LETIZIA (VENEZIA)






Le mie rattine sono vivaci, in salute, ma molto timide. Han paura appena mi muovo e sobbalzano ad ogni suono improvviso. Ma vengono vicine ad annusarmi e sono molto curiose.
Mi fanno festa quando torno dal lavoro.  Quando stavo aspettando che mi arrivasse la gabbia ho tenuto le mie ratte in giro per la mia camera per una settimana. E garantisco che anche di notte erano dolcissime, venivano a salutarmi sul cuscino e si mettevano in fila per aspettare I biscottini.
Una una volta si è messa a giocare con I miei capelli.
Ed un altra mi è stalita in braccio, ma quando ho provato a toccarla mi ha afferrato un dito coi dentini, senza mordermi, solo per farmi capire che non devo.
Secondo me, col tempo un pò alla volta diverranno affettuosissime.
In 20 giorni che le ho adottate han morso sul serio solo 2 volte: 1 stavo cambiando la lettiera e per rimettere una nella gabbia ho cercato di afferrarla, ma mi ha morso e si è rannicchiata spaventata; 2 stavo porgendo a una un biscottino, ella ne ha sentito l'odore, ma invece che afferrare il biscotto ha afferrato il mio dito e poiché non riusciva a prenderlo mi ha morso.
Dunque nel primo caso si tratta di paura dovuta a shock del passato. Nel secondo caso è stato un errore.

Le mie rattine stanno bene nella gabbiona grande. Però non so con che material rivestire gli scaffali in legno, per evitare che marcisca e che il legno si bagni. L'igene è davvero un problema. Avevo messo delle magliette nella gabbia ma dopo due giorni puzzano di pipì e sono da lavare. E anche lavate puzzano ancora.
Inoltre ho comprato una bella cuccia imbottita, che in giornata è stata bucata e con fuoriuscita del cotone interno. Non so proprio che materiali usare per creare un cuccio morbido e caldo.

Uso il pellet per il fondo gabbia. Ma gli scaffali della gabbia sono in legno. Le mie si portano il cibo umido sugli scaffali e poi fan la pipì e viene fuori un misto disgustoso che fa marcire il legno. Non so se devo rivestire gli scaffali in stoffa. Per ora ho preso un tappetino di tessuto non tessuto per animali. Ma viene strappato via in un attimo e non assorbe abbastanza. Ho visto sul sito ziprar che vendono tappetini di canapa e penso di provare con quelli.


JLENIA (ALESSANDRIA)


"Lui era Topazio, prima di arrivare da me era solo uno dei tanti
numeri destinati a morire in nome della scienza. Il due gennaio 2011 è stata la data che ci ha fatti incontrare...i topini che andavano in adozione erano due quel giorno e io dovevo scegliere chi prendere senza sapere minimamente come fare!
Decisi così di avvicinare le mani alle gabbiette e lui si avvicinò a
me..era deciso chi sarebbe arrivato a casa!Le prime due settimane furono un po' critiche tra morsi e fughe nella casetta ma, con costanza, Topazio salì finalmente sulla mia mano incentivato da un filo di fieno.
Da quel giorno il nostro rapportò diventò magico, Topazio stava sulla mia spalla e nel cappuccio della felpa anche per ore, lavandosi e usandomi come attrezzo per gli esercizi..stava libero per la stanza e, appena lo chiamavo tornava per andare a dormire.
Topazio era intelligente, pulito e bianchissimo,mi baciava il naso e prendeva semini di girasole(il suo cibo preferito)dalla bocca per poi avvinghiarsi con la sua codina vellutata attorno alle mie dita...con la sua simpatia riuscì a farsi amare e a far capire a tanti di quelli che definivano i topi "esseri schifosi" che erano pregiudizi insensati e assolutamente ingiustificati.
Dopo poco meno di un anno e sette mesi Topazio se ne è andato,
soffrendo molto a causa di quello che è stata la sua prima vita:il
laboratorio.
Topazio è stato uno degli animali più straordinari, empatici e
affettuosi che io abbia mai avuto.
Oggi quella splendida macchietta bianca non è più con me ma ha saputo insegnare tanto. Adottare un animale di laboratorio è un'esperienza unica, fa riflettere su come conduciamo le nostre vite e su quanto tutto questo possa influire negativamente anche sulla vita di altri esseri senzienti. Dare una seconda possibilità ad animaletti tanto indifesi renderà giustizia a tutti quelli giustiziati inutilmente, dando una speranza per il futuro.
Adottare uno di questi piccoli animali è un gesto semplice, loro scopriranno un altro mondo, inizieranno finalmente a vivere ripagandovi con tanto affetto ed in più aiuterete i-care a salvarne tanti altri!!"




EMANUELA (NOVARA)





Ciao a tutti.
Era l'ottobre del 2012 quando sulla mia bacheca di Facebook, vedo un album foto condiviso da una mia conoscente . Le foto ritraggono alcuni ratti albini. Erano li belli, belli, gli occhietti rossi e il musetto bianco. A molte persone i ratti fanno schifo, a me invece sono piaciuti proprio tanto. Per cui mi sono informata. Salta fuori che quelle povere bestioline erano state
riscattate da un laboratorio e che c'era tanto bisogno di adottanti, per tutte le altre che si trovavano al rifugio. Saputo questo, una casa non potevo proprio negargliela: “come si fa’ ad adottarle?” ho chiesto. E da li è stato come aspettare un bimbo: i preparativi ( la gabbietta, informarsi su cosa
mangiano di cosa hanno bisogno..) e la cosa più lunga, l'attesa. Fino alla chiamata e al viaggio a Milano. Erano tutte lì, tre grandi scatoloni trasparenti pieni di musetti troppo teneri coi loro occhioni rossi e le codone rosa ( la cosa all'inizio fa un po’ senso, però poi passa). Sono arrivate così le mie tre topine, quella domenica di ottobre di ormai quasi un anno fa. Ora ,
nonostante una delle topine ci abbia purtroppo lasciato per un problema ai reni, viviamo tutti assieme: cane, topine e umana (Io) ; proprio come una vera famiglia.
Sono animaletti molto indipendenti come i gatti. Chiedono solo una bella gabbia grande, granaglie, acqua e cose da rosicchiare ( rametti, scatole di cartone…) sempre a disposizione. La sera, poi, gli metto un bel piattino di verdura e frutta di stagione. Sul fondo della gabbia io metto la lettieraigienica e la pulisco dagli escrementi ogni giorno, poi a fine mese la cambio tutta e lavo anche il fondo della gabbia .
Insomma non chiedono tanto impegno e sono tenerissime. Dai, chi ne addotta ?


MYRIAM E MATTEO (PARMA)










https://www.youtube.com/watch?v=2A6CiOzF3aI

La nostra storia con il rifugio degli ultimi e i-care sezione Italia è
cominciata quando abbiamo pensato di adottare un ratto.
Lavoriamo nell'ambito dell'Etologia Relazionale e da circa sette anni abbiamo
scelto di vivere in montagna in un grande podere e dedicarci completamente
alla vita insieme agli animali (quasi tutti recuperati da situazioni
inadeguate) studiando e lavorando con loro.
Abbiamo così cercato su internet e intercettato Il facebook di Gianluca ed
Elisa. A quel punto....sono arrivate 5 rattine.

Pur avendo precedenti esperienze con i ratti ci aspettavamo un lunghissimo
periodo in cui avremmo dovuto affrontare le paure e la diffidenza delle
"piccole". Dal nostro punto di vista il giusto
atteggiamento quando si adotta un animale che proviene da situazioni difficili
o particolari è non avere aspettative e tenere in primo piano l'obiettivo di
offrire una vita serena a questi animali meno fortunati che, nel loro bagaglio
hanno accumulato esperienze pessime con i rappresentanti della nostra specie.

Una grande gabbia piena di arricchimenti ambientali, un gruppo di
conspecifici e tanta tranquillità sarebbero già sufficienti a dare senso al
gesto di adozione...
A questo punto e' arrivata la sorpresa: dopo una decina di giorni di
adattamento le rattine hanno cominciato a fidarsi di noi. Dopo ore di
osservazione in cui stavamo seduti per terra a guardarle, oppure mentre
provavamo ad individuare ed offrire il loro cibo preferito, c'e' stata la
svolta: hanno inziato ad abituarsi ed incuriosirsi a noi e così abbiamo
cominciato ad assistere ai loro giochi.
Hanno cominciato a coinvolgerci nelle loro attività ed accettare nella gabbia
le nostre mani. Abbiamo scoperto guardandole, ed informandoci su studi
specifici, che sono ipovedenti e particolarmente sensibili a livello retinico
per via della mancanza di pigmentazione (è quindi sempre
sconsigliabile esporle
a luci forti o flash poiché la retina può ulteriormente degenerare).
Abbiamo osservato che nascondono il contenuto della ciotola del cibo, e le
scorte accumulate dalle nostre offerte, con i ritagli della carta di giornale
a strisce che lasciamo all'interno delle loro 'tane'.
Abbiamo cominciato a riconoscerle per le caratteristiche individuali del loro
carattere e abbiamo cominciato...ad amarle.
Un'esperienza magnifica. Qualche giorno dopo abbiamo adottato anche
due caviotti maschi: Nero & Wolf, assolutamente dolcissimi.
Grazie a Gian ed Elisa che si dedicano al rifugio regalandoci l'occasione di
sperimentare la convivenza con questi splendidi animali.


ELISA (VENTIMIGLIA)





Il mio topo! Signor Wilson l ho adottato da un centro di Parma che si occupa di salvare gli animali da laboratorio!! Per fortuna che ci sono associazioni che pensano anche a loro.. Gianluca è stato gentilissimo e mi ha spiegato per filo e per segno cosa volesse dire adottare un topo..
Lui era uno di questi topi usati come cavie..
Ora è felice e spensierato nella sua gabbietta!!! Pensa solo a mangiare, dormire e giocare
Anche se piccolo e silenzioso mi ha cambiato la vita..
Non ho mai avuto topi, o criceti come animali domestici perché mia mamma ne ha sempre avuto il terrore, ma con Signor Wilson è diverso, lui viene a cercarmi ogni volta che mi sente entrare in casa!
Mi tira fuori dalla gabbietta la sua zampetta perché aspetta che io gli dia qualche prelibatezza!! Vuole sempre le coccole, si diverte a giocare e o dormire con i miei cagnolini! Lui non è un topo! Lui è un super topo! Lui è Signor Wilson.. Grazie Wilson di essere entrato a far parte della mia famiglia e della mia vita! Ti voglio bene piccolo ️


CAMILLA (GENOVA)




Ciao gian come promesso ti mando il mio report sulle ragazze dopo quasi 3 mesi di convivenza.... allora sono molto belle e curiose, mi sembra che si siano ambientate bene nella loro gabbiona e vanno d'accordo con la mia cagnolina (nel senso che si ignorano cordialmente). Ora non scappano più quando mi sentono arrivare, anzi escono tutte eccitate perchè mi hanno preso per un distributore di cibo!! L'unico problemino è che restano tutte e 3 abbastanza mordaci, per pulire il gabbione devo usare degli accorgimenti e in generale quando metto le mani dentro devo stare attenta perchè loro sono molto curiose e non hanno più paura di me, quindi mi saltano sulle braccia e cercano di arrampicarsi, ma sempre per mordermi (mai a sangue per ora)! Per me non è un problema perchè con gli animali ho la pazienza di giobbe e poi sono riuscita a raggiungere un armistizio con loro (sono molto intelligenti e 2 su 3 hanno capito che mentre faccio le pulizie nel gabbione  non voglio essere disturbata :D ). Mi dispiace però perchè in questo modo non possono mai uscire dalla gabbia neanche per una corsetta nel bagno che sarebbe a prova di pericoli, non saprei più come prenderle!
E' successo anche ad altri o solo a me? Io nel dubbio continuo a non forzarle salvo qualche carezzina rubata mentre mangiano, che sopportano con aria di sufficienza :D
Grazie!